mercoledì 25 marzo 2020

The Martian - Il sopravvissuto






The Martian - Il sopravvissuto

Recensione a cura di Costantino Becattini – 1°G



Scheda del film

Genere:  fantascienza, drammatico, avventura

Regia:  Ridley Scott

Paese di produzione: Stati Uniti d'America (2015)

Durata: 141 min

Sorgente letteraria: L’uomo di Marte di Andy Weir

Principali premi: People's Choice Award al miglior film drammatico

Interpreti e personaggi: Jessica Chastain - Melissa Lewis; Matt Damon - Mark Watney (astronauta sopravvissuto); Chiwetel Ejiofor - Vincent Kapoor 












BREVE INTRODUZIONE AL FILM

Il film è ispirato ad uno degli obiettivi più ambiziosi dell’esplorazione di Marte, ossia l’invio di esseri umani sul “vicino” pianeta, ed è basato sul romanzo L'uomo di Marte di Andy Weir. Ne è protagonista l'astronauta Mark Watney, interpretato da Matt Damon, che, erroneamente creduto morto, viene lasciato su Marte. Il racconto percorre la sua drammatica lotta per la sopravvivenza e gli innumerevoli sforzi per salvarsi e tornare sulla Terra.

Il film illustra in termini di Fantascienza l’enorme progresso tecnico-scientifico realizzato nei pochi decenni dai primi passi dell’uomo sulla Luna nel 1969 con la missione Apollo 11 della NASA, risposta americana all'invio del primo uomo nello spazio sul satellite artificiale sovietico Vostok 1 nel 1961.

Allo scatenarsi di una violenta tempesta di sabbia su Marte, nella zona dell'Acidalia Planitia, l'equipaggio della missione NASA Ares 3 è costretto ad abbandonare la base e ripartire per tornare sulla Terra, ma l'astronauta Mark Watney viene colpito da alcuni detriti della tempesta, rimane separato dalla squadra e viene dato per morto.

Ma Watney è sopravvissuto e ora si ritrova solo sul pianeta ostile. Con scarse provviste, Watney deve attingere al suo ingegno, alla sua arguzia e al suo spirito di sopravvivenza per trovare un modo per segnalare alla Terra che è vivo. A milioni di chilometri di distanza, la NASA e un team di scienziati internazionali lavorano instancabilmente per cercare di portare "il marziano" a casa, mentre i suoi compagni cercano di tracciare un'audace, se non impossibile, missione di salvataggio.



APPROFONDIMENTI e possibili interrogativi

L’Associazione no profit “Scienza e Scuola” (https://www.scienzaescuola.eu), per approfondire alcuni aspetti emersi durante la proiezione del film, con il contributo di studenti, docenti, ricercatori ed esperti ha promosso un dibattito basato sui seguenti spunti:

Ø Stato dell’arte della tecnologia dell’esplorazione umana di Marte e in generale dello spazio;

Ø Aspetti scientifici da comprendere e tecnologici da affrontare e risolvere affinché un essere umano possa mettere piede su Marte;

Ø Obiettivi a medio e lungo termine;

Ø Cosa non ha funzionato durante l’atterraggio del lander Schiaparelli;

Ø Tempeste di polvere su Marte: ricorrenza e rischi connessi.



Alcuni passaggi fondamentali del dibattito riprendono la relazione della giornalista scientifica Anna Lisa Bonfranceschi (La Scienza di “Il sopravvissuto, www.wired.it 2015):












Tempeste di sabbie: quanto sono reali?

Cominciamo dall’inizio, con la tempesta di sabbia marziana con cui si apre anche il film di Scott. È realistica? Abbastanza, assicurano gli esperti, anche se i suoi effetti non sarebbero così disastrosi. Su Marte ogni anno si verificano delle tempeste moderatamente grandi, che si sviluppano su aree estese quanto i continenti interi, spiega Michael Smith del Goddard Space Flight Center della Nasa (Greenbelt, Maryland), tanto da essere viste a volte anche dai telescopi da Terra. Più raramente invece si manifestano delle enormi tempeste di sabbia, aggiunge il ricercatore: “In media, una volta ogni tre anni marziani (circa cinque e mezzo anni terrestri), le tempeste ‘normali’ crescono in tempeste di sabbia che circondano il pianeta, che di solito chiamiamo ‘tempeste di polvere globali’ per distinguerle dalle altre”.

Il vento sollevato da queste tempeste però, aggiungono gli esperti, difficilmente potrebbe danneggiare le attrezzature meccaniche utilizzate durante una missione marziana o strattonare con forza il suo equipaggio, raggiungendo al massimo circa 100 km/h: meno della metà dei forti venti che soffiano durante gli uragani sulla Terra (che arrivano anche a 250 km/h). Ma soprattutto va considerato che su Marte l’atmosfera è densa circa 1/100 di quella terrestre e la pressione atmosferica è molto minore. Quindi più che venti devastanti con forze di un uragano in stile The Martian su Marte non avremmo che delle leggere brezze, avvertono gli esperti. In altre parole, anche se veloci i venti non riuscirebbero a muovere abbastanza masse d’aria per procurare danni alle attrezzature. Su Marte anche solo far volare un aquilone o far sventolare una bandiera, continuano gli scienziati, richiederebbe che il vento soffi molto più velocemente che sulla Terra.

Se la forza dei venti in sé non rappresenterebbe un vero problema per eventuali equipaggi e attrezzature su Marte, la polvere sollevata dalle tempeste – anche quelli di piccola intensità – invece lo sarebbe. I granelli di sabbia, infatti, son debolmente elettrostatici e si possono attaccare facilmente alle attrezzature, causando problemi se si inseriscono soprattutto negli ingranaggi di parti in movimento o sui pannelli solari. Sia le particelle che si depositano sui pannelli che quelle che rimangono sospese possono, infatti, ridurre la quota di energia luminosa che va a ricaricare le batterie, e l’immagine di Mark Watney, il marziano Matt Demon, alle prese con le attività di pulizia dei pannelli solari, be’, continuano gli esperti, potrebbe essere uno scenario alquanto reale in futuro. Non è da escludersi poi che grandi tempeste di sabbia arrivino ad oscurare la superficie luminosa, sebbene in tal caso la tempesta stessa starebbe per finire. A innescarle, infatti, è proprio la radiazione solare che riscalda l’aria a contatto con il suolo, che tende a salire portandosi dietro anche particelle di polvere. Non a caso, infatti, le tempeste si verificano più frequentemente durante le estati nell’emisfero Sud, in cui il pianeta qui è sensibilmente più caldo.



Si può passeggiare su Marte?

John Logsdon, ex direttore dello Space Policy Institute alla George Washington University al riguardo è chiaro: la ridotta gravità di Marte (pari circa a un terzo quella terrestre) impedirebbe agli astronauti di camminare normalmente (per capirsi: come sulla Terra) sul pianeta rosso. Più che una camminata, come mostrato nel film, su Marte sarebbe più realistico muoversi un po’ come sulla Luna: più o meno saltellando.


Il problema delle radiazioni

Gran parte delle tecnologie mostrate nel libro e nel film non sono pura fantascienza: sono realtà a cui la Nasa sta già lavorando, sono solo più efficienti di quelle attuali magari, per stessa ammissione di Weir. L’unica tecnologia inventata dall’autore, come egli stesso racconta, è la schermatura alle radiazioni di Hab, il modulo abitativo. Al momento – sebbene alla Nasa siano diversi i test su alcuni materiali ad elevato potere schermante e si stia pensando di costruire anche dei campi elettrici e magnetici per creare una bolla schermante al pari della magnetosfera terrestre – la sfida contro le radiazioni non è infatti ancora vinta. L’esposizione alle radiazioni (onde o particelle che trasportano energia e che possono attraversare la pelle danneggiando il dna e le cellule nel complesso) è, infatti, un problema importante nella valutazione delle missioni spaziali. Quelli a bordo della Stazione spaziale sono protetti ancora dalla magnetosfera terrestre – e comunque tutelati dalla loro continua roteazione – ma su Marte? Qui l’assenza praticamente di atmosfera e di campo magnetico esporrebbe gli astronauti a un rischio non indifferente, sebbene qualche tempo fa le analisi compiute dal rover Curiosity abbiano ridimensionato l’esposizione alle radiazioni. Il problema però della lunga permanenza sul pianeta va sommato al rischio sperimentato durante il viaggio. L’esposizione, durante l’intera missione, alla radiazione solare (per lo più protoni) e ai raggi cosmici (protoni, elettroni ma anche nuclei atomici ad elevata energia), comporterebbe probabilmente infatti dei problemi di salute, quali un maggior rischio di cancro e danni al sistema nervoso.



Fattorie sul pianeta rosso?

Per poter sopravvivere, in carenza di scorte alimentari, Watney comincia a coltivare patate (concimandole con le sue stesse feci). Su Marte. Fantascienza? Non tanto. Secondo l’astrobiologo Thomas McCollom della University of Colorado di Boulder il terreno marziano potrebbe essere utilizzato per far crescere delle piante, magari dopo averlo trattato così da rimuovere sostanze dannose come i perclorati (di nuovo avvistati su Marte) e il perossido di idrogeno. Il suolo infatti sarebbe chimicamente adatto e, per esempio, conterrebbe azoto in una forma biologica utilizzabile. L’acqua invece sarebbe disponibile come ghiaccio nel sottosuolo e basterebbe scaldarla per utilizzarla (se presente, quella in forma liquida è molto salata e disponibile solo in alcune zone per periodi limitati). Meno complicato, e forse anche meno rischioso, che ingegnarsi per produrre acqua dal combustibile (idrazina), come fa Watney.



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Bibliografia

Weir Andy, “The Martian”, U.S.A. Crown Publishing, (2014);

Bonfranceschi Anna Lisa, “La Scienza di <<Il sopravvissuto>>”, Wired.it (2015).


 

Sitografia

Cinescienza, The Martian – Il sopravvissuto, https://www.scienzaescuola.eu/index.php/scienza-moderna/cinescienza/82-cinescienza/337-gattaca-2;

Bonfranceschi Anna Lisa, “La Scienza di <<Il sopravvissuto>>”, www.Wired.it (2015).

martedì 24 marzo 2020

Indipendence Day

INDIPENDENCE DAY
Independence Day è un film di fantascienza del 1996, diretto da Roland Emmerich.

TRAMA
Il film narra di un'immaginaria e quasi riuscita invasione aliena della Terra, con la distruzione
di parecchi monumenti simbolo degli Stati Uniti d'America, come l'Empire State Building, la Casa Bianca e la Library Tower di Los Angeles.
Il 2 luglio del 1996 sembra un giorno come un altro fino a quando una gigantesca astronave aliena entra in orbita attorno alla Terra lasciando il mondo intero senza parole. Dallo stesso veicolo poi ne fuoriescono altri che si collocano sulle principali città senza però che sia chiaro il motivo di queste manovre. Ben presto lo stupore lascia spazio alla paura e politici ed esperti si chiedono quale sia l’obiettivo dei visitatori inattesi.La situazione degenera quando David Levinson, tecnico satellitare del MIT, decodifica e un segnale che ritiene essere il countdown degli misteriosi ospiti per attaccare simultaneamente gli esseri umani. A questo punto il Presidente degli USA Thomas J.Whitmore viene avvertito dell’imminente sciagura che sta per abbattersi sulla Terra ma è troppo tardi e le navicelle iniziano a sparare raggi distruttivi che provocano la morte di milioni di persone.
Per contrastare l'attacco aereo l'aviazione militare americana si oppone, ma la nave ha uno scudo in grado di respingere i colpi da armi da fuoco, viene catturato uno degli alieni che poi viene ucciso.
Da questo apprendono che la razza che li sta invadendo si impossessa di un nuovo pianeta dopo aver consumato tutte le risorse del precedente e la terra è il prossimo obiettivo.
Alla fine del film viene lanciato un missile a testata nucleare, che esplode all'interno dell'astronave nemica distruggendola.

                                 LA FISICA NEL FILM 

In questo film ci sono tre fondamentali errori contrastanti con alcune leggi fondamentali della fisica:i dubbi sorgono quando si focalizza l’attenzione sulla navicella aliena. L’astronave ha un diametro di circa 25 km e dista appena 3 km dalla superficie terrena della città. Con una stazza così possente e una distanza così prossima, che propellente dovrebbe avere la navicella per respingere la gravità terrestre?

Non solo, ma c’è chi ha calcolato la pressione che dovrebbe esercitare sull’aria per restare stabile: si parla di 30 kg per centimetro quadrato. Che fine farebbe l’intera città sotto quel devastante peso?

                                               MISSILE NUCLEARE

Il missile nucleare col quale viene distrutta l'astronave aliena grazie al rilascio di una colossale quantità di energia derivata dalla conversione della massa in energia secondo l'equazione di Einstein E = mc2.
Questa energia si basa sul fenomeno della fissione nucleare, cioè un neutrone che viene bombardato nel nucleo dell'atomo si divide ed espelle un altro neutrone.Questo neutrone espulso,a sua volta,va a dividere un altro nucleo, rilasciando un altro neutrone libero e così via realizzando una reazione a catena autoalimentante.
In contrasto alla fisica bisogna dire che l'esplosione nucleare nel film causata dall'aviazione americana all'astronave aliena che era 3km dalla Terra presuppone una distanza molto più alta  per evitare conseguenze nei confronti delle vite umane.

LINK DEL TRAILER:



Sitografia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Independence_Day
https://it.wikipedia.org/wiki/Bomba_atomica
https://library.weschool.com/lezione/forza-di-gravità-formula-ed-esercizio-svolto-7585.html
http://trovacinema.repubblica.it/film/independence-day/120144/


Andrea Rossetti





























Durante una violenta tempesta di sabbia su Marte,  l'equipaggio della missione è costretto ad abbandonare la base e ripartire per tornare sulla Terra, ma l'astronauta Mark Watney  a causa di un incidente rimane bloccato, viene dato per morto ed abbandonato sul pianeta. Rimasto solo, con poche risorse e senza avere modo di contattare la Terra, Watney  si ingegna per sopravvivere, pur sapendo che le possibilità di un salvataggio sono poche.
L'uomo,  riempie una stanza del modulo spaziale con il terriccio, usa le sue feci come concime ed escogita un modo per produrre dell'acqua tramite condensazione. con questo sistema riuscì ad ottenere un orto funzionale producente patate. Nel frattempo la NASA, che continua a monitorare il pianeta attraverso i satelliti in orbita, nota che la posizione dei moduli nella base non è la stessa di quella dell'abbandono di Marte e si rende conto che Watney è sopravvissuto.  
Dopo avere inizialmente deciso di mantenere segreto ai membri vecchio equipaggio che Watney è sopravvissuto, per evitare di farli sentire in colpa per averlo abbandonato, la NASA comunica ai suoi ex compagni che egli è ancora vivo. Durante il rientro di Watney da una delle sue escursioni marziane, la camera di decompressione della serra esplode, distruggendo tutto il raccolto. a causa di ciò non gli rimase molto tempo e la missione di salvataggio sembrava inutile. La NASA decide quindi di approntare una nave di soli viveri per poterlo rifornire e, a causa della necessità di operare in tempi brevi, vengono accelerati al massimo i processi di sviluppo e controllo. Tuttavia, forse a causa proprio dei mancati controlli di sicurezza, il razzo esplode poco dopo il lancio, facendo fallire la missione.
Quando tutto sembra perduto, a offrire la soluzione è Rich Purnell, un giovane astrodinamico della NASA che calcola una manovra di fionda gravitazionale con la Terra grazie alla quale l'astronave Hermes, che sta riportando l'equipaggio di Ares 3, potrebbe tornare su Marte in poco tempo. Grazie all'aiuto dell'Agenzia spaziale cinese, la CNSA, viene inviato un modulo contenente i viveri necessari al ritorno dell'equipaggio verso Marte e al successivo rientro sulla Terra. nel mentre watney si ritrova a dover razionalizzare le scorte. Con uno dei rover a sua disposizione raggiunge il cratere Schiaparelli, da dove dovrà decollare per intercettare i suoi compagni nello spazio usando un modulo già predisposto dalla NASA per la successiva missione. Il modulo è però troppo pesante per potere raggiungere una nave non orbitante intorno al pianeta e di conseguenza Watney deve alleggerirlo eliminando tutto il possibile; per potersi liberare del peso necessario il modulo viene lanciato nello spazio coperto solamente da un telo di plastica. Dopo il lancio, con un'operazione di recupero rocambolesca, Watney si ricongiunge finalmente con i suoi compagni.
Il regista Ridley Scott ha cercato di mantenere il più possibile le leggi della fisica come per esempio il rapporto con la gravità di Marte e l’astronauta.
Infatti l’accelerazione di gravità di Marte è circa un terzo di quella terrestre ( Marte: 3,711 m/s*2 Terra: 9,81m/s*2).
Un’altra scena significativa è quella in cui l’astronauta ha dovuto percorrere 200 metri nello spazio senza motori, poiché la decisione di Watney è stata quella di forare la tuta spaziale pressurizzata e modulare il getto affinché avesse la spinta giusta per compiere tale distanza senza tenere in considerazione che la differenza di pressione e la mancanza di ossigeno lo avrebbero portato alla morte in pochi attimi.
ma è sbagliata anche dal punto di vista fisico per due motivi:
1)avrebbe dovuto dosare il getto di pressione con una precisione incredibile perché come afferma la legge della conservazione della quantità di moto in un sistema isolato, in cui la risultante delle forze è nulla la quantità di moto iniziale e finale sono uguali e quindi non puoi cambiare la direzione del moto.
2)non ha considerato la conservazione del momento angolare la quale afferma che:” il momento angolare di un sistema è costante nel tempo se il momento torcente delle forze esterne che assistono su di esso è nullo.
Se ti muovi in un certo modo attorno ad un asse il momento angolare non può cambiare quando sei in un sistema isolato e Watney si sarebbe trovato a ruotare incessantemente attorno al proprio asse senza riuscirsi a fermare.
Per concludere invece che bucarsi la tuta sarebbe stato molto più efficiente spingersi sull’astronave infatti, poiché nello spazio l’attrito è assente sarebbe bastata anche una spinta minima per compiere duecento metri di distanza. 

Riccardo Pozzilli 
Classe 1g 

MATRIX


MATRIX – “libera la mente”



di SARA BACOCCOLI

codice sorgente Matrix
Il codice sorgente del software di Matrix

Fra i numerosi film di fantascienza visti ho scelto di recensire il film Matrix. Questo perché, oltre ad essere ovviamente un bel film, apre svariati scenari di riflessione in molte discipline del sapere, fra cui quello della fisica.


Fisica o fantafisica?


Partiamo da un punto: i film di fantascienza, già per definizione, sono autorizzati a non seguire sempre e precisamente le leggi della fisica, altrimenti si chiamerebbero film di scienza o documentari, per esempio; qualcosa di inventato ci deve pur essere!

Diciamo piuttosto che ruotano attorno alla fisica: quando possono giocano secondo le regole, altre volte - molto spesso - se ne discostano in modo più o meno grave.

Questo succede perché i film sono dei racconti, delle storie la cui trama deve piacevolmente intrattenere, catturare l’attenzione dello spettatore sbalordito, e, diciamolo pure, incassare al botteghino.

Se, per esempio, l’eroe di turno, seppur impavido e dal fisico prestante, spicca un salto da fermo per acciuffare l’alieno nemico già a distanza, non potrà mai fare un salto “normale” perché l’alieno scapperebbe senz’altro. Ed ecco allora che la legge di gravità, così come la conosciamo nella realtà, viene sacrificata: in un battito di ciglia il nostro riesce a alzarsi in alto di 10 metri, a coprirne in lungo 15 e ricadere a terra avendo nel frattempo sguainato e attivato la spada laser con la quale ha diviso in due il nemico prima ancora di toccare di nuovo il suolo. Il tutto senza neanche una storta.
[applausi e urla in tutta la sala]



La trama del film


Thomas Anderson, altrimenti conosciuto come Neo, è un programmatore e un virtuoso cittadino di giorno, mentre di notte è un pericoloso hacker. A causa dei suoi illeciti, è tenuto sotto osservazione dagli agenti Smith, Brown e Jones, che gli inseriscono una cimice nel corpo per controllarlo.
Incontra un'altra hacker, Trinity, che gli propone di seguirlo per conoscere il suo capo Morpheus, il quale gli spiegherà tutto riguardo ad una realtà chiamata Matrix.
Neo accetta incuriosito, e Trinity, dopo averlo liberato dalla cimice, lo conduce da Morpheus, il quale lo pone di fronte ad una scelta: continuare a vivere la vita come l'ha conosciuta fino a quel momento, oppure scoprire la verità.

Matrix scelta pillole
Morpheus offre due pillole: verità o illusione?


Neo decide di rischiare e si risveglia in una realtà totalmente diversa, un mondo post-apocalittico del XXIII secolo.

In questa sconcertante realtà le macchine hanno preso il sopravvento e utilizzano gli uomini come fonte di energia (non potendo più utilizzare la luce solare, ormai oscurata), coltivandoli in uteri artificiali collegati a cavi elettrici che li tengono vivi e cerebralmente attivi.
Così tutti gli esseri umani sono inconsapevolmente intrappolati in una vita simulata e programmata da un'intelligenza artificiale chiamata Matrix, grazie alla quale nascono, crescono e muoiono in una realtà virtuale.
Morpheus è il capo di alcuni ribelli che combattono le macchine e cercano di risvegliare l'umanità per insorgere contro gli oppressori, viaggiando a bordo dell'hovercraft Nabucodonosor.

Morpheus crede di aver finalmente trovato in Neo "l'Eletto", cioè colui che secondo la profezia dell'Oracolo sarà in grado di codificare Matrix e di distruggerla, liberando così tutti gli esseri umani; Neo dovrà così avventurarsi in questa nuova e difficile realtà, cercando di trovare la sua strada e la sua missione, misurandosi con i suoi limiti e i suoi dubbi, provando a capire di chi e di che cosa si può veramente fidare.

Chi non avesse ancora visto il film può leggere la trama dettagliata, oppure guardare il trailer seguente.




La fisica nel film


Matrix  non fa eccezione alle caratteristiche del genere di cui fa parte, infatti nel film molte regole della fisica vengono piegate alle esigenze di copione. E non dobbiamo stupirci neanche troppo di questo fatto, visto che la particolarità di questa storia sta nel creare una sorta di film nel film, ovvero nel presentarci due “mondi” diversi coesistenti: uno reale e uno virtuale nel quale tutto può diventare possibile, modifiche alle leggi della fisica comprese. 
  • La legge di gravità – Funziona, ma solo quando è necessario. Tutti i personaggi sembrano essere influenzati dalla forza gravitazionale che li tiene sulla superficie della Terra, sebbene alcuni possono semplicemente ignorarla o alterare i suoi effetti.

    salto Morpheus Matrix gif
    Il salto di Morpheus nella simulazione


  • Il moto del proiettile e  il tempo di risposta umano – Nella (nostra) realtà il moto di un proiettile è regolato da molti fattori, come per esempio dalle sue dimensioni, dalla sua forma e dalla resistenza posta dall’aria, che rallenta il proiettile e diminuisce la sua distanza di viaggio.
    Il tempo di risposta, negli esseri umani è il tempo che intercorre tra il momento in cui l’apparato nervoso viene sottoposto ad uno stimolo e il momento in cui si organizza la risposta a tale stimolo.

    Nella famosa scena di Matrix dove Neo riesce a schivare dei proiettili piegandosi all’indietro, viene trascurato il fatto che il nostro eroe non abbia avuto tempo sufficiente per organizzare una risposta al pericolo, né tantomeno per effettuarla. Infatti da alcuni studi si evince che gli esseri umani non hanno il tempo di reagire a un proiettile che viene sparato direttamente contro di loro da meno di 15 metri di distanza, cosa che invece accade nel film.

    Neo schiva proiettili
    Neo riesce a schivare i proiettili

  • La prima legge della dinamica - La prima legge della dinamica di Newton afferma che ogni oggetto in uno stato  di quiete o di moto uniforme tende a mantenere il suo stato originale a meno che non sia soggetto ad una o più forze esterne.
     

    Nel film i proiettili che si fermano sospesi a mezz'aria violano sia le regole della legge di gravità sia la prima legge di Newton: sono i pensieri di Neo da soli a fermare i proiettili, e non l’intervento di una forza. [E un po’ se ne stupisce pure lui]

    Neo prende proiettile sospeso
    Neo ferma i proiettili e ne prende uno in mano

  • La conservazione dell’energiaPer il primo principio della termodinamica l’energia interna di un sistema termodinamico isolato è costante. L'energia non si crea né si distrugge, ma si trasforma passando da una forma ad un'altra: l'energia può essere trasformata in calore, per esempio.

    Nel caso di Matrix, gli umani inizialmente cercano di vincere la guerra contro le macchine con una mossa non particolarmente felice: oscurano il cielo per impedire al nemico di sfruttare l'energia solare. Ma oscurare il cielo significa far morire le piante e spezzare quindi la catena alimentare, condizione in cui difficilmente l’umanità potrebbe sopravvivere.
    Le macchine tuttavia non vogliono essere da meno (!) e progettano la loro contromossa: usare gli umani come fonte di energia.
    Peccato, però, che gli esseri umani non creino affatto energia.

    L'energia non viene mai creata ma solamente trasformata da un tipo all'altro. In questi passaggi ci sono sempre delle inefficienze che fanno perdere dell'energia sotto forma di calore.

    Ad esempio, in un motore a scoppio non tutta l'energia chimica contenuta nel carburante viene trasformata in energia che mette in movimento l'automobile. Una parte di energia viene "sprecata" per vincere gli attriti interni del motore, gli attriti dell'auto con l'aria e degli pneumatici con la strada.

    motore 4 tempi
    Funzionamento del motore a 4 tempi

    La stessa cosa succede per gli esseri viventi. Noi non produciamo energia, piuttosto abbiamo bisogno di energia che prendiamo dal cibo per rimanere in vita.

    Inoltre, a differenza di un'automobile, che, se viene lasciata ferma non consuma carburante, noi, anche nel caso in cui rimanessimo immobili tutto il giorno, consumeremmo comunque una certa quantità di energia necessaria a far funzionare i nostri processi vitali: circolazione del sangue, respirazione, digestione, funzionamento dell'apparato nervoso.

    Questo dispendio energetico si chiama metabolismo basale e rappresenta il 60/75 % dell'energia che consumiamo ogni giorno. Le macchine non avrebbero alcuna possibilità di estrarre energia dagli umani: il processo di creazione del cibo necessario a mantenerci in vita richiederebbe più energia di quella poi ricavata dai nostri corpi.

    Lo scenario descritto nel film è analogo alla realizzazione di un moto perpetuo di prima specie: un motore che continua a produrre lavoro senza che venga fornito di energia proveniente dall'esterno.
    Un po' come se cercassimo di far funzionare un motore elettrico usando come fonte di energia una lampadina e una cellula fotovoltaica in questo modo:
    1. la lampadina crea della luce che illumina la cella fotovoltaica
    2. dalla cella fotovoltaica ricaviamo energia 
    3. parte dell'energia la usiamo per far andare la lampadina e parte per far andare un motore elettrico.
     
    moto perpetuo prima specie
    Lampadina che illumina la cella fotovoltaica

    Ma se questo si potesse fare avremmo risolto i nostri problemi energetici da molto tempo.

 

 

Conclusioni


Matrix è indubbiamente un film di una certa caratura con miriadi di riferimenti e spunti di riflessione; forse un film che pochi eletti (semicit.) possono comprendere e gustare in pieno al di là della trama distopica. I più attenti e coloro che conoscono le leggi della fisica avranno degli strumenti in più per riconoscere quando e come queste vengono alterate, ma soprattutto vedranno nell’insieme più della somma delle sue parti.

Comunque e al di là di tutto, Matrix rimane sempre un gran bel film da vedere; basta semplicemente “liberare la mente”.
 
free your mind gif



Bibliografia


Walker, Dalla meccanica alla fisica moderna/ Meccanica – Termodinamica/ Vol.1, Linx, 2017
Halliday D., Resnick R., Fondamenti di Fisica, Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1982




Sitografia


DI FILM E FISICA







DI COME SI SCRIVE NEL WEB
[IT] http://www.evoluzionetelematica.it/come-scrivere-un-articolo-web-consigli

DI CURIOSITÀ