domenica 15 marzo 2020

THE MARTIAN



THE MARTIAN

Livia Giubboni

The Martian è un film del 2015 diretto e prodotto da Ridley Scott basato sul romanzo "L'uomo di Marte" del 2011 di Andy Weir. Il protagonista è Mark Watney, interpretato da Matt Damon. Il film si aggiudicò 2 Golden Globe e 7 candidature al Premio Oscar.

TRAMA:
coltivazione di patate di Watney
 Allo scatenarsi di una violenta tempesta di sabbia su Marte, l'equipaggio della missione NASA Ares 3 è costretto ad abbandonare la base e ripartire per tornare sulla Terra, ma l'astronauta Mark Watney viene dato per morto ed abbandonato sul pianeta. L'uomo, rimasto solo, con poche risorse e senza avere modo di contattare la Terra, sfruttando le sue conoscenze da botanico, riempie una stanza del modulo spaziale con il terriccio, usa le sue feci e quelle del resto dell'equipaggio come concime ed escogita un modo per produrre dell'acqua tramite condensazione. Tramite questo sistema riesce a creare una coltivazione di patate che gli potrebbe consentire di sopravvivere fino alla missione successiva, il cui arrivo su Marte è previsto quattro anni dopo. Nel frattempo la NASA nota che la posizione dei moduli nella base non è la stessa di quella dell'abbandono di Marte e si rende conto che Watney è sopravvissuto. Lo stesso Watney riesce a recuperare e a riattivare il vecchio Mars Pathfinder che gli consente di comunicare con la NASA. Durante il rientro di Watney da una delle sue escursioni la camera di decompressione della serra esplode, distruggendo tutto il raccolto. A questo punto la NASA decide di mandare una nave di soli viveri per poterlo rifornire, ma il razzo esplode poco dopo il lancio. Quando tutto sembra perduto grazie all'aiuto dell'Agenzia spaziale cinese, la CNSA, viene inviato un modulo contenente i viveri necessari al ritorno dell'equipaggio verso Marte e al successivo rientro sulla Terra di Watney. Con uno dei rover a sua disposizione l’astronauta raggiunge il cratere da dove dovrà decollare per intercettare i suoi compagni nello spazio usando un modulo che è, però troppo pesante e di conseguenza Watney lo alleggerisce il più possibile e il modulo viene lanciato nello spazio coperto solamente da un telo di plastica. Watney si ricongiunge finalmente con i suoi compagni. Tornato sulla Terra, Watney prende la posizione di istruttore per i nuovi candidati al programma di formazione degli astronauti.



APPROFONDIMENTI SULLA FISICA:
Il regista Ridley Scott ha tentato di riportare la verità dei fatti e soprattutto di rispettare le leggi scientifiche; ma è riuscito nell’intento solo in parte e ci sono state alcune imprecisioni: una di queste è il rapporto con la gravità di Marte e l’astronauta Watney. Infatti l’accelerazione di gravità di Marte è circa un terzo di quella terrestre.
    • g (accelerazione di gravità) di Marte: 3,711 m/s²
    • g della Terra: 9,807 m/s²
Ma i movimenti compiuti dall’attore fanno pensare che la gravità di Marte sia molto simile a quella della Terra.
Un’altra scena in cui sono state ignorate le leggi fisiche è, senza dubbio, quella in cui l’astronauta ha dovuto percorrere una distanza di 200 metri nello spazio vuoto senza motori. La soluzione di Watney è stata quella di bucare la sua tuta spaziale pressurizzata affinché il getto di pressione che ne sarebbe uscito gli avrebbe fatto avere la spinta giusta per compiere quella distanza. Ma, tralasciando il fatto che la differenza di pressione e la mancanza di ossigeno lo avrebbero portato alla morte in pochi attimi, questa scena è sbagliata dal punto di vista fisico per due motivi:
  •  Avrebbe dovuto dosare il getto di pressione con una precisione incredibile perché, come afferma la legge della conservazione della quantità di moto in un sistema isolato, quindi in cui la risultante delle forze è nulla, la quantità di moto iniziale e finale sono uguali e quindi non puoi più cambiare la direzione del moto.
dal libro di testo: Dalla meccanica alla fisica moderna, volume 1 (Walker)
  •  Non ha considerato la conservazione del momento angolare, che afferma che il momento angolare di un sistema è costante nel tempo se il momento torcente delle forze esterne che agiscono su di esso è nullo: quindi se ti muovi in un certo modo attorno ad un asse il momento angolare non può cambiare quando sei in un sistema isolato, e Watney si sarebbe trovato a ruotare incessantemente attorno al proprio asse senza riuscire a fermarsi.

     Quindi, invece che bucarsi la tuta, sarebbe stato molto più facile per il protagonista darsi una spinta sull’astronave, infatti, poiché nello spazio l’attrito è assente, sarebbe bastata anche una piccola spinta per compiere 200 metri di distanza.




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